| Ieri sono stato al concerto. Il coro è stato non impeccabile in Verdi, molto bravo invece in Rossini. L'orchestra ha avuto sbandamenti in Verdi, mentre si è comportata benissimo in Rossini. In generale, è sembrato che lo Stabat Mater di Rossini sia stato preparato molto meglio. I tempi di Muti mi hanno sorpreso: se si eccettua parzialmente un "Cujus animam" leggerissimamente veloce (ma comunque ampiamente nella norma), ho trovato i suoi tempi moderati se non proprio tendenti all'indugio, al ripiegamento mistico, all'interiorizzazione. Anche il suono dell'orchestra è stato contenuto e mai prevaricante (va però detto che le voci parevano (e non solo a me) amplificate - si sa che il Pala De André è spazio infido.
La Alvarez avrebbe una bellissima voce afroamericana, ma la tendenza ad ingolare rende i suoni pochi svettanti e sonori. Negli assieme spariva, e non si è segnalata per particolari virtù di fraseggio. La Borodina è uno dei miei amori vocali: ha perso un po' di sicurezza in alto, e il legato richiesto da "Fac, ut portem" l'ha trovata in difetto di morbidezza e di legato (difetto tipico di molti cantanti di scuola russa), ma la voce è sempre splendida nei centri e nei gravi, e il suo fraseggio mi è sembrato il più curato fra i solisti. Zeffiri... DISASTRO!!!! L'anno scorso lo sentii nel Requiem di Verdi sempre a Ravenna e sempre diretto da Muti, e trovai il suo "Ingemisco" ben fraseggiato e poetico, seppur con una voce troppo leggera (ma Muti fu molto sensibile nell'accompagnamento). Quest'anno, in una parte che a rigore dovrebbe padroneggiare molto meglio, è stato pessimo. I due la bemolle della prima strofa erano indietro e senza squillo, meglio nella terza strofa; la voce, per lo sforzo richiesto dalle lunghe frasi di quest'aria, era in preda ad un vibrato molto accentuato; il fraseggio del tutto inespressivo, senza sfumature, come terrorizzato dall'impari fatica di arrivare fino in fondo; la seconda strofa piatta, la terza del tutto uguale alla prima, senza un colore; il re bemolle paradossalmente, seppure in falsettone un po' bianco, è stata la nota meno imbarazzante della sua esecuzione. Ah, dimenticavo: aveva un fastidiosissimo modo di pronunciare le dentali finali in "et dolebat et tremebat cum videbat", alla maniera americana (avete notato che anche Florez talvolta pronuncia la T come un anglofono?) Abdrazakov: non è un vero basso, tanto che proprio in basso fatica, ma la linea è elegante e muisicale.
Propongo un sondaggio: qual è l'esecuzione che preferite della bellissima "Cujus animam"? Io sentii Florez dal vivo anni fa a Pesaro e mi piacque moltissimo; in disco trovo Pavarotti vocalmente eccezionale ma dal fraseggio uniforme e troppo "operistico", Merritt fa forse il re bemolle più sensazionale che sia possibile sentire, ed ha un fraseggio plastico anche se un po' monotono. Nel complesso, confesso che il vocalmente modesto Raùl Gimènez, con la sua poetica linea vocale, la cura per i dettagli (in mf il primo la bemolle, in f il secondo) e la fantasia interpretativa (in pianissimo la terza strofa), è quello che ascolto con maggior emozione.
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